Patrimoniale, Meloni: “Con la destra non vedrà mai luce”. Schlein: Con voi pressioni fiscale record

Messaggio indirizzato al centrosinistra e sindacati: “Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al governo, non vedranno mai la luce”, scrive sui social la premier Giorgia Meloni accompagnando il messaggio con una sua foto in primo piano. Le risponde la segretaria del Pd, Elly Schlein: “Con Giorgia Meloni al governo la pressione fiscale è salita al 42,8%, il massimo degli ultimi dieci anni. Lo dicono i dati del governo, non del Pd. Il governo Meloni ha aumentato le tasse per tutti. E come se non bastasse nella prossima manovra interviene sull’Irpef e aiuta di nuovo i più ricchi anziché il ceto medio che si è impoverito. Lo dice l’Istat, che l’85% delle risorse andranno alle famiglie più ricche. Con che faccia stamattina si sveglia e attacca le opposizioni? Il suo governo verrà ricordato come quello dei salassi per famiglie e imprese italiane e per gli aiuti ai più ricchi”, osserva la leader dem.
Da giorni il tema della patrimoniale sta tenendo banco all’estero e anche nel nostro Paese. Il centrosinistra italiano guarda al modello francese e statunitense per ipotizzare una misura analoga. In Avs, Sinistra italiana è da sempre primo sponsor di una tassa sulle grandi ricchezze. E Schlein ha detto sì ma la proposta deve maturare a Bruxelles (Siamo a favore di una tassazione a livello europeo sulle persone che hanno milioni a disposizione, sui miliardari”). Da Giuseppe Conte, presidente del M5S, arrivata una frenata: "Questi patrimoni super tassati non daranno grandi risorse per risolvere le emergenze".
Favorevole è anche Maurizio Landini che ha proposto un contributo a carico dei più ricchi. Il segretario della Cgil ha rinnovato infatti le critiche alla manovra del governo Meloni dopo le audizioni in Senato di Bankitalia, Corte dei Conti, Upb e Istat che hanno evidenziato l’inefficacia delle misure contenute nel testo nel sostenere i redditi e anzi le disparità introdotte con il taglio all’Irpef. Lo scontro con la Cgil resta aperto anche dopo la polemica sullo sciopero e sul week end lungo. Meloni ha ironizzato sulla scelta del giorno, un venerdì, spalleggiata dal vicepremier Matteo Salvini invitando Landini a cambiare data.
Le reazioniLe parole della premier scatenano le reazioni delle opposizioni. "Tagliare le tasse ricompare ciclicamente nelle promesse elettorali della destra. In tre anni di governo di Giorgia Meloni è accaduto esattamente l'opposto – fa notare il responsabile Economia del Pd Antonio Misiani – La pressione fiscale nel 2022 era al 41,7% del Pil, nel 2025 è salita al 42,8%. È il record degli ultimi dieci anni. In pratica, quest'anno le famiglie e le imprese italiane pagheranno 25 miliardi in più di quanto sarebbe avvenuto se la pressione fiscale fosse rimasta al livello del 2022. Questi sono i dati. Le chiacchiere stanno a zero”, scrive Misiani ripubblicando il post di Meloni sulla patrimoniale. Lo stesso post è stato ripreso anche da Peppe Provenzano, responsabile esteri della segreteria Pd: "Con la destra al governo vede la luce una manovra che aiuta solo i ricchi ed evasori e penalizza la classe media e le persone in difficoltà. La 'donna del popolo', rassicurante solo per amici e potenti".
Per Nicola Fratoianni di Avs non è “per niente rassicurante che con la destra al governo aumentino le persone in povertà, aumentino - come è successo tra il 2023 e il 2024 - di 1 milione gli italiani che rinunciano a curarsi perché non se lo possono più permettere. Come non è assolutamente rassicurante sapere che gli stipendi della maggioranza degli italiani in questo Paese, unico caso in Europa, da trent'anni sono sostanzialmente fermi o vanno indietro, mentre il costo della vita continua ad aumentare. Qui c'è poco da fare: basterebbe – ha concluso il leader di Si intervenendo a SkyTg24 – che i ministri del governo Meloni andassero in giro e parlassero con le persone in carne e ossa. Forse capirebbero una cosa: come si fa a campare in queste condizioni?". E Angelo Bonelli di Avs, co-portavoce Europa Verde, ha aggiunto: “La destra difende i ricchi e ha abbandonato i poveri, che anno dopo anno sono sempre più poveri. La povertà assoluta in Italia ha raggiunto la cifra scandalosa di 5,7 milioni di persone. E con il governo Meloni le persone che hanno rinunciato a curarsi sono arrivate a 1,3 milioni, passando da 4,5 milioni a 5,8 milioni. In Italia ci sono 62 super-ricchi con un patrimonio complessivo di 200 miliardi di euro. Perché chi è super-ricco non deve dare un contributo per sostenere la sanità pubblica e aumentare stipendi e pensioni che sono tra i più bassi in Europa? Noi siamo dalla parte dei poveri e del ceto medio. Meloni è dalla parte dei super-ricchi e difende un sistema che è sempre più ingiusto dal punto di vista sociale. Del resto, lei ha già detto no - insieme a Trump - alla tassa minima globale sulle grandi multinazionali”, ha concluso Bonelli.
Il vicepremier forzista Antonio Tajani si inserisce invece nella polemica sullo sciopero indetto dalla Cgil per il 12 dicembre, uno sciopero “politico che il sindacato, l'unico, organizza rompendo l'unità sindacale. Mi pare invece che ci sia un isolamento politico della Cgil. Non firma i contratti. Organizza gli scioperi di venerdì, sempre. Evidentemente c'è qualcosa che non funziona. Mi pare che sia isolata nel mondo del lavoro”. Quindi la Cgil è "libera di fare", ha concluso Tajani, ma "gli altri firmano contratti, con aumenti salariali - ha affermato - E la Cgil è sempre contro. Forse Landini può essere che abbia delle mire politiche, che voglia fare il leader della sinistra. Legittimo. Io faccio solo un'analisi politica".
La Repubblica



